Stavolta ci uniamo a tavola, all’anima Triestina del CROSS. Città bellissima Trieste, che consiglio a tutti di visitare, semplicemente perchè non somiglia a nessun altra.La ricetta della minestra jota proposta, esce veramente dalle case di Trieste,non dai ristoranti o dalle guide scritte dai sapienti piovuti dal cielo.Ringraziamo l’amico crossino Marino Marizza che ce la svela .Confesso che quando ho letto “minestra jota ” ho pensato a uno scherzo,poi su Internet ho scoperto l’etimologia della parola e la saggezza antica e semplice che racchiude.Anche il termine “bordatino” ha un origine impensabile,credevo derivasse da “bordare” rimestare ecc.invece sembra abbia origini marinare “di bordo” ,il resto scopritelo da soli(se siete curiosi).Entrambe le ricette richiedono dopo il consumo,  la presenza di un artificere.

Minestra Jota (ricetta per quattro persone)
 
 
Ingredienti
 
200 gr. di fagioli (vanno bene anche quelli di scatola, così non occorre farli rammollire) - 250 gr. di patate - 250 gr. di crauti - 1 foglia di lauro - 10 cucchiai d’olio - aglio - cipolla.
Preparazione
 - Tagliare le patate a dadini.- Cuocere i crauti con il lauro e del cumino in modo che l’acqua che li copre, bollendo, si prosciughi.- Fare un soffritto, scottandovi un pezzetto d’aglio e cipolla tagliata a fettine. Allungare il soffritto con i crauti ed unire le patate ed i fagioli facendo bollire lentamente ancora per circa 20 minuti. Aggiungere pepe e sale.
Varianti.
 
Si possono aggiungere nel soffritto due cucchiai di farina, ma non lo facciamo perché diventa troppo denso.
Note
 
Minestra in uso dalle nostre parti. Nella bollitura si può aggiungere della pancetta per insaporire la minestra. Si accompagna bene con secondi a base di carne di maiale.
Commenti
Minestra da consigliare al JPL di Pasadena per lo studio di nuovi tipi di propellente. Attualmente potrebbe sostituire lo zaino per le EVA fuori dagli Shuttle. Utile alle future missioni lunari per gli spostamenti.

“BORDATINO”

Al solito è come lo facciamo noi ,come lo faceva mia nonna ecc. ,di la dalla strada lo fanno un pò differente ma è buono lo stesso. Si comincia lessando un mezzo chilo di fagioli rossi (borlotti) e si mettono da parte con la loro acqua di cottura (abbondante).Nella pentola si mettono un paio di ramaioli di olio buono e si fa un soffritto grossolano di carota ,cipolla ,sedano e ,VOLENDO, del rigatino a tocchetti.Si fa andare  e si aggiunge un pò di pomodoro e del cavolo nero tagliato abbastanza fine .Si cuoce per alcuni minuti, poi si aggiunge l’ acqua di cottura dei fagioli,un pò di fagioli passati e un pò interi.Le quantità sono decise al momento,in base a quanto cavolo avevamo messo, a quanti fagioli avevamo magari mangiato in precedenza ecc.In ogni caso è difficile sbagliare e possiamo sempre correggere.Si fa cuocere il tutto per circa 45 minuti (se sono 60 cambia poco) poi si aggiunge della farina di granturco(mais) come a fare una polenta e si porta a cottura .Anche qui più farina mettiamo più il bordatino viene denso e viceversa,ovviamente il tutto va salato secondo i gusti. “Chez nous ” lo facciamo piuttosto denso ,tipo polenta classica , perchè quello che avanza viene affettato al pari della polenta e passato in padella con l’olio buono magari il giorno dopo,il sapore è eccezionale.Nessuna delle ricette che ho trovato sul web,riporta questo passaggio,naturale, per qualsiasi buongustaio (mangione). In compenso tutte consigliano quel maledetto “filo di olio extravergine di oliva” a crudo nel piatto che secondo me è una bestemmia per questo tipo di preparazioni.Si tratta praticamente di un piatto unico ,specialmente col rigatino e io ,chiedo scusa ,ma lo mangio col pane.(e si vede purtroppo)

Buon appetito
 
 

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