Per la prima volta (finalmente direte voi), mi limito a pubblicare solo il lavoro di altri. Infatti la ricetta della LEPRE è stata gentilmente fornita ed eseguita dalla signora Patrizia , legittima consorte di Marco Fogli l’amico che ha diviso con me tante emozioni di caccia e non solo fin da quando abbiamo smesso di camminare a 4 zampe. La materia prima (3,2 Kg.) ci è arrivata come un dono nella prima uscita di quest’anno ed è stata trattata con rispetto e onorata come merita. Devo dire che la ricetta differisce in modo sostanziale da quella in uso da sempre nella mia famiglia ma il risultato è stato in ogni caso ottimo e apprezzato dai numerosi commensali. I PASSATELLI invece, sono un gradito regalo di Marco Migliardi che pesca dai suoi ricordi questa ricetta semplice ma grandiosa che vi invito a provare magari arrangiandovi col pressapatate e il brodo di gallina come ho fatto io. PS. Cercate magari di non pensare ai “pugnetti” del Migliardi dodicenne e all’uso improprio a cui sicuramente erano destinati al di fuori della cucina.

I passatelli in brodo di cappone

Un’altra ricetta della memoria, frutto della mia permanenza ferrarese sul finire degli anni sessanta, ospite per un paio d’anni nella casa avita dei miei nonni materni.
La cucina dei nonni non era mai stata particolarmente animata e operosa, si preparavano pranzi semplici e piuttosto veloci, tranne la domenica, quando veniva a pranzo zia Maria e allora la famiglia si mobilitava, già dal sabato, nella preparazione dei cappelletti in brodo, la cui ricetta mi guardo bene dal riportare, primo perché non la ricordo, e secondo perché credo che nessuno la rifarebbe, dato il tempo che richiede. La sera della domenica, invece, si cucinava il “piatto povero”, col brodo di cappone avanzato dal pranzo e a questa preparazione partecipavo attivamente anch’io, incuriosito più che altro dallo strano attrezzo (v.foto) che usciva per l’occasione dalla credenza Stiamo parlando, per l’appunto, dei passatelli in brodo.
Ricetta povera, si diceva, e anche semplice e veloce. Gli ingredienti per 4 persone sono:
2 uova, due pugnetti di pane grattato, due pugnetti di parmigiano grattato, noce moscata e, mi pare ma ho ricordi vaghi, anche un po’ di scorza di limone.
Dosi incerte come si vede, dovute al passare degli anni, dato che è dal 1969 che non mi cimento più con questa ricetta, ma ricordo perfettamente che dosavo io il pane e il parmigiano pescandoli da due barattoli, appunto, con le mie mani di dodicenne, da cui i “pugnetti” della ricetta.
Si mescolano tutti gli ingredienti in modo da ottenere un composto abbastanza compatto nel quale a me piaceva che si sentisse bene la noce moscata. Il cuoco “moderno” e à la page ne metterà poca… ma non sa cosa si perde.
Si compone una palla con il composto e la si pressa con l’apposito strumento (o alla peggio con un pressa patate) che ne ricaverà dei bigoli lunghi qualche centimetro che vengono subito messi nel brodo bollente. Quando verranno a galla si spegnerà il fuoco e saranno pronti.
Di recente, nella solita ricerca del tempo perduto, ho cercato di ritrovare il gusto amato e lontano dei passatelli in qualche ristorante ferrarese e romagnolo. Ma la tradizione di servirli in brodo sembra un po’ passata, forse per il caldo estivo, e me li hanno proposti asciutti con burro e salvia: esperimento che non consiglio e che non ripeterò. L’unica deroga che concedo al brodo di cappone sarebbe servire i passatelli con una bella grattata di tartufo bianco. Ma così, più che di ricetta povera si dovrebbe parlare di un piatto da Villa Certosa.
Buon appetito!
 stampo.jpg
PS: se qualcuno fosse interessato allo stampo per i passatelli me lo faccia sapere. La prima volta che passo per Ferrara glielo procuro. Difficile infatti trovarlo in altre zone della Padania, figurarsi poi in Toscana.

La lepre in…pallinata

ricetta toscana per selvaggina


      

INGREDIENTI (6-8 persone)
1 kg di carne (cinghiale, daino, capriolo o lepre)
8 spicchi di aglio
6 bacche di ginepro
8 chicchi di pepe
2 chiodi di garofano
3 foglie di alloro
2 rametti di rosmarino (abbondanti)
1 rametto di salvia
1 cipolla media
1/2 peperoncino piccante
un pizzico di origano (abbondante)
un rametto di timo (abbondante)
1/2 kg di pomodori pelati
200-300 g di olive
1 dado
sale q.b.
PREPARAZIONE
la sera prima tritare il tutto, compreso il dado, e mettere sopra la cacciagione, precedentemente lavata, in una teglia di smalto o acciaio, aggiungere olio e un bicchiere di vino rosso. La mattina seguente mettere a fuoco forte e far rosolare, aggiungere i pelati e far bollire per circa due ore, a cottura quasi ultimata, aggiungere le olive.
Ottima da gustare accompagnata da polenta morbida. 

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